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Panoramica del radiotelescopio RATAN-600 |
Il segnale sembra essere stato presentato in una convegno organizzato da diversi astronomi russi, nonché un ricercatore italiano, Claudio Maccone, il presidente Comitato Permanente dell'Accademia Internazionale di Astronautica. Maccone ha recentemente inviato una e-mail agli gli scienziati del SETI in cui egli descrive questo scoperta, tra cui il segnale attribuito al sistema stellare HD 164.595.
Potrebbe essere una trasmissione da una società tecnicamente abile? Lo stesso Seti avanza dubbi sull'intesità del segnale registrato dai russi. Se è davvero quella, spiegano gli eredi di Carl Sagan, le possibilità sono due: o gli alieni di HD164595 hanno inviato il messaggio in tutte le direzioni e allora per trasmetterlo avrebbero avuto bisogno di una potenza di 100 miliardi di miliardi di Watt (centinaia di volte l'energia che il Sole iraggia verso la Terra), oppure hanno scelto di inviarlo solo in direzione del nostro pianeta, ma anche in questo caso avrebbero avuto bisogno di una energia paragonabile a quella usata da tutto il genere umano. Entrambi gli scenari, sottolineano gli esperti del Seti, richiedono uno sforzo tecnologico ben superiore di quello di cui saremmo capaci noi terrestri
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Analisi spettrale del segnale "alieno" |
Inoltre c'è la questione delle caratteristiche del segnale stesso. Le osservazioni sono state fatte con un ricevitore che ha una larghezza di banda di 1 GHz. Questa è un miliardo di volte più ampia rispetto alle larghezze di banda tradizionalmente utilizzata per SETI, ed è 200 volte più ampia di un segnale televisivo. La forza del segnale era piuttosto "debole". Ma era debole, solo a causa della distanza di HD 164.595? Oppure a causa della "diluizione" del segnale sulla ampia largezza di banda del ricevitore russo? Proprio come in una torta che incorpora tanti ingredienti, potrebbe risultare difficile indovinare i singoli ingredienti, in un ricevitore con una larghezza di banda molto amppia può diluire l'intensità di tanti segnali a banda stretta relativamente forti, confondendoli e generando segnali fantasma.
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La costellazione di ERCOLE probabile fonte del segnale. |
A parte l'irritazione per l'anno di ritardo, Maccone sottolinea che un primo traguardo è stato raggiunto: "Ora anche gli americani hanno puntato i loro radiotelescopi verso HD164595 e finalmente ci sarà una vera collaborazione tra statunitensi e russi anche nella ricerca di intelligenze extraterrestri. Non solo: dal 21 settembre sarà operativo il più grande e potente radiotelescopio mai costruito, il Fast realizzato dai cinesi ed esteso come 30 campi di calcio.
La caccia, infatti, è aperta e c'è già chi sogna di interloquire a intervalli di 95 anni (il tempo che la luce impiega ad arrivare dalla Terra alla stella e viceversa) con gli alieni. E c'è da aspettarsi che in futuro ricerche del genere si moltiplicheranno visto il proliferare di pianeti gemelli della Terra che si stanno avvistando nello Spazio. Ultimo in ordine di tempo quello che ruota intorno a Proxima Centauri, la stella più vicina a noi: appena 4 anni luce. Se lì ci fosse davvero ET fare "due" chiacchiere richiederebbe otto anni e non due secoli.
Gli scienziati del SETI e dei maggiori centri di ricerca collegati continueranno a ricercare e analizzare segnali provenineti dal cielo, in una attesa, sempre più estenuante, si un vero segnale alieno.
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