lunedì 1 agosto 2016

Clonazione: Uno studio dimostra l'assenza dell'invecchiamento precoce negli esseri clonati.

Sorpresa. Gli animali ottenuti per clonazione invecchiano come quelli nati naturalmente. Lo ha stabilito una nuova ricerca su 13 pecore clonate, quattro delle quali derivate dalla stessa linea cellulare della pecora Dolly, morta nel 2003 per una grave forma di osteoartrite.

Ora la rivista “Nature Communications” pubblica il primo studio a lungo termine sugli effetti della clonazione dei grandi animali. Kevin Sinclair dell'Università di Nottingham a Leicestershire, nel Regno Unito, e colleghi di altri istituti coreani e messicani, hanno concluso che le pecore clonate con la tecnica di trasferimento nucleare da cellule somatiche, la stessa usata a suo tempo per Dolly, invecchiano normalmente.

Sinclair e colleghi hanno studiato 13 pecore clonate, tra 7 e 9 anni di età, quattro delle quali clonate usando la stessa linea cellulare derivata da ghiandole mammarie utilizzata per Dolly.

Tutte le pecore sono ancora vive e in salute, e sono affette da osteoartrite di grado lieve, e solo in un caso di grado moderato. Gli animali non mostrano segni di patologie metaboliche, e hanno valori di pressione normali.

Anche se il confronto è avvenuto tra animali che non hanno esattamente la stessa età e senza valutare marker molecolari, lo studio fornisce le più documentate prove finora che gli animali clonati hanno processi di invecchiamento normali.

In parole povere pecore clonate e nate naturalmente invecchiano allo stesso modo, le patologie riscontrate riguardano il normale ciclo di vita dell'animale ma i valori sistemici rimangono nella norma.

Buone notizie quindi per la clonazione animale ma soprattutto per la scienza stessa che affievolisce così la principale motivazione di preoccupazione che portava la clonazione.

Non si affievoliscono invece i temi etici in merito alla clonazione di per se, soprattutto per quanto riguarda quella umana.

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