Anche i lieviti, seppur invisibili ad occhio nudo e difficili da comprendere e studiare prima dell’avvento delle nuove tecniche di indagine microbiologica, hanno subito un importante effetto di pressione selettiva delle popolazioni a causa dello sviluppo delle tecniche di produzione della birra e, più in generale, delle bevande fermentate.

Kevin Verstrepen e colleghi dell'Università di Leuven, in Belgio, sulla rivista “Cell” ricostruiscono l'albero filogenetico dei lieviti con particolare riferimento al lievito di birra.
Verstrepen e colleghi hanno sequenziato i genomi di 157 ceppi di lievito utilizzati per produrre, birra, vino, liquori, sake, pane e bioetanolo. Dalle analisi è risultato che il lievito industriale usato oggi deriva tutto da pochi ceppi ancestrali, che si evolsero in cinque grandi gruppi, differenziandosi poi a seconda del loro uso industriale e dei confini geografici.

“Quando i primi utilizzatori dei lieviti ottenevano una buona fermentazione, erano abbastanza intelligenti da raccogliere il sedimento per riutilizzarlo per la produzione successiva, anche se ovviamente non avevano alcuna idea di che cosa vi fosse dentro”, ha spiegato Verstrepen. “Riutilizzando i microbi per produrre la birra, hanno separato completamente i lieviti dalla natura: i lieviti hanno continuato a evolvere in un ambiente artificiale”.
I ricercatori hanno scoperto anche alcuni schemi genetici legati alla domesticazione del processo.
"Il lievito selvatico può riprodursi sessualmente durante i periodi di scarsità di
risorse o di stress, ma oggi il lievito di birra ha perso questa capacità: ha mantenuto funzionali solo i geni per la riproduzione asessuata, probabilmente per le più favorevoli condizioni di vita: sono diventati praticamente sterili”, ha aggiunto Verstrepen.

“Per quanto ne sappiamo, non esiste vantaggio selettivo nella soppressione della produzione di 4VG”, ha concluso Verstrepen. "Semplicemente, qualcuno avrà detto: 'ha un buon sapore, lo useremo ancora". I lieviti del vino, invece, mostrano una resistenza al rame, che veniva usato per combattere le infezioni fungine nelle vigne e finiva nei grappoli d'uva.
(fonti: Le Scienze, altri)
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