
Il problema è che non è detto che il popolo sappia cosa vuole e soprattutto se ciò che vuole è giusto per lui. Tutto sta nella cultura; abbandonata ormai a se stessa ed in mano a social network, mass-media, millantatori, profittatori e sciacalli. Una cultura snobbata dai ricchi e sconosciuta ai poveri, relegata in polverose biblioteche, laboratori e poche università di alto livello.
Più vivo i giorni di questa nostra epoca più mi domando che fine stia facendo la cultura, un’epoca, una società che abbandona le scuole, togliendo loro risorse, abbandona gli insegnanti tagliando stipendi e propinando esami impossibili da superare per far entrare meno gente possibile nelle strutture, uno stato che investe in armi e guerre e lascia soli scuola ed università, che licenzia insegnanti e che rende il loro lavoro sempre più precario, una società che toglie risorse alle università, ai centri di ricerca ed ai giovani ricercatori. Un’epoca in cui i giovani non sono stimolati a studiare, sottomessi a professori anziani in aria di pensione e bombardati da messaggi e notizie errate o distorte.

Siamo sempre più ignoranti e la colpa non è solo del governo ma è anche e soprattutto nostra. La volontà deve partire da noi; siamo noi che dobbiamo impegnarci a studiare e ad informarci correttamente, se la scuola non funziona, ci sono altri mille modi per accedere alla cultura, basta saper selezionare le fonti giuste, ragionare con la propria testa e crearci la nostra cultura.
Il referendum inglese è il risultato della mancanza della cultura, del dilagare di notizie false, di allarmismi esagerati, di paure, di titoli di giornali scritti solo per vendere più copie e di tutta una seria di notizie bufala.
I politici corrotti e inutili, i cospiratori, i complotti intorno al gruppo builderberg, le scie chimiche e simili, sono il risultato della carenza di cultura, intesa come sapere e saper ragionare, in maniera autonoma e cosciente. Non è colpa della casta, non è colpa della destra, della sinistra, del governo e neppure del calcio, ma solo e solamente nostra, di noi popolo che, ingenui ed “ignoranti” ci lasciamo prendere per il naso da chi, munito di una punta di furbizia, sfrutta a pro suo questa nostra debolezza.

Insomma, se vogliamo fare la rivoluzione, non c’è bisogno di scendere in piazza e neppure distruggere tutto, basta solo studiare a partire dalla storia e farsi una cultura, leggere libri e riviste serie, ascoltare e confrontarsi in maniera corretta e rispettosa.
Ovviamente questa è una opinione, condivisibile o meno. E’ un atto di libertà di espressione effettivo, dove scienza e coscienza hanno adeguatamente filtrato le emozioni, le paure e le passioni che hanno costruito questo pensiero. Potrebbe non essere condivisibile e forse neppure scientificamente dimostrabile, tuttavia preferisco leggere su internet e sui giornali, atti di coscienza come questo piuttosto che le solite notizie false, distorte, ingannevoli e profittatrici che menti furbe e ingannevoli pubblicano solo per guadagnare qualche spicciolo sulla altrui ignoranza.
(Fonte: Articolo tratto da una mia rubrica che tengo su LF Magazine e che ripubblico quì per continuare a sostenere questi concetti)
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